STRAY DOGS

Let’s call them Refugees.
To make sure the distance is safeguarded and the difference highlighted.
Physical and bureaucratic boundaries can be built. Camps and warehouses too. Even so, things won’t change and they won’t disappear.
No matters how, for survival, they will choose to hang their and their family’s lives to a precarious thread of hope. And they put the thread end in the hands of a frightened Europe.
Refugees represent our fear, we suffer their proximity, as welll as to welcome them. They are not a threat, but just the mirror of our fear toward the future.
Europe looks at the youngsters and sees a crowd always connected, confused and lazy to earn their life in the unpredictable. Bewildered by any passion, skeptical of any enthusiasm of doing things.
Meanwhile, few miles away, there are caravans of people who loaded their hopes with everything they could possess. They drag this burden as believers do with their prayers in front of the barbed wire of redemption and our shameful borders.
They will fight their way to life, with or despite us. They are teaching us the History and the Literature of human events. Unaware of their wisdom, they are forging their own destiny.
We will read about their lives and stories on the books, with hygienical abstraction. We could develop a passion to the struggle of some populations with intellectual resoluteness protected by safe distance; but even the memory of it frightens us.
We don’t want to remember what we have been and we feel afraid to compare ourselves to someone who now is what, some time of the History ago, we have been.
STRAY DOGS.
WE HAVE BEEN.
WE ARE.
OR WILL BE.
STRAY DOGS.
Human beings with neither value, nor a law respecting and upholding them. Illegal human beings. Illegal lives.
That vertiginous bureaucratic acrobatics defining “illegal” a human being is the grotesque paradox of a culture whose ambition is to dictate over the natural law blessing all kinds of life. To Exist, that is to Be, can’t be defined illegal according to any animal logic. Or human. Even.
These Stray Dogs with no value will be able to build their life earning respect from those they will meet. They will learn languages and laws. They will respect the rules and they will pay the taxes, with the very pride we have put aside.
They will lecture precious teachings to the Country that will welcome them. They will elevate those populations who will be lucky to welcome them because, in turn, they will be educated by someone who knows the past of our Countries, someone who knows what everybody, partially or totally, is STRAY DOGS.
EITHER WE HAVE BEEN.
OR WILL BE.

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Si possono definire Rifugiati.
In maniera da essere sicuri che la distanza sia salvaguardata e la differenza sottolineata.
Si possono porre ostacoli fisici e burocratici. Si possono costruire depositi e campi. Comunque sia le cose non cambieranno e loro non scompariranno.
Comunque vada loro sceglieranno di appendere le loro vite, e quelle dei loro figli, al fragile filo di speranza che li dovrebbe trascinare lontano dalla morte. E affidano il capo del filo alla spaventata attenzione dell’Europa.
I profughi sono la nostra paura e non ne sopportiamo l’accettazione e la vicinanza. Non sono una minaccia, solo lo specchio del nostro spavento nei confronti del futuro. L’Europa guarda ai suoi giovani, a una buona parte dei suoi giovani, e vede una schiera di sempre-connessi, confusi e impigriti rispetto al desiderio di guadagnarsi la vita nell’avventura imprevedibile del domani. Sgomenti rispetto ad ogni passione.
Increduli rispetto all’entusiasmo del fare.
Mentre a poche centinaia di chilometri, talvolta metri, ci sono carovane di persone che hanno caricato le loro speranze di tutto ciò che potevano possedere.Le trascinano attraverso i campi come fedeli che portano la loro preghiera davanti al filo spinato della redenzione e delle nostre vergognose frontiere.
Loro si guadagneranno la vita, con o nonostante noi. Loro ci stanno insegnando la Storia e la Letteratura delle vicende umane e, in virtù di questa inconsapevole sapienza, danno forma al loro destino.
Ciò che loro vivono noi lo potremmo leggere sui libri, con igienica astrazione. Potremmo appassionarci alle lotte di qualche popolo o classe con la fermezza intellettuale protetta dalla lontananza, ma persino la memoria ci fa paura. Non vogliamo ricordarci cosa siamo stati e ci angoscia il confronto con chi ora è ciò che, in qualche momento della Storia, noi stessi eravamo.
CANI RANDAGI.

NOI SIAMO STATI.
SIAMO.
O SAREMO.
CANI RANDAGI.
Persone senza valore e senza una legge che li consideri. Persone illegali. Vite illegali.
La vertiginosa acrobazia burocratica che arriva a definire degli esseri umani “illegali” è il paradosso grottesco della civiltà che si impone al di sopra della più elementare legge di natura che benedice ogni esistenza. Esistere, cioè Essere, non può definirsi illegale da nessuna logica animale. O umana.
Questi Cani Randagi di nessun valore, sapranno costruire le loro vite guadagnandosi il rispetto delle persone che incontreranno, impareranno le lingue e le leggi, rispetteranno le regole e pagheranno le tasse con l’orgoglio che noi abbiamo dismesso. Insegneranno al Paese che li accoglierà cose preziose ed arricchiranno le comunità civili che avranno la fortuna di riceverli perché, a loro volta, saranno formate da persone che conoscono il passato dei nostri Paesi e sanno che tutti noi, in parte o completamente, siamo CANI RANDAGI.
O LO SIAMO STATI.
O LO SAREMO.


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